La DAD nelle Scuole non la vuole nessuno (docenti, genitori e alunni) ma i Presidi di alcune Regioni raccolgono inopinatamente le richieste delle famiglie che “intendono avvalersene”. Non certo volontariamente


Giuseppe Stella- Sinora non è stato scientificamente dimostrato che le restrizioni (di qualsiasi tipo) fanno diminuire i contagi né è stato provato (neppure a rigor di logica) che le aperture le facciano aumentare (i confronti con la prima fase sono del tutto inattendibili per via dei tamponi quasi inesistenti o al lumicino); nonostante questo, i vari Paesi, non solo il nostro, si attaccano tutti, e con ostinatezza, alle restrizioni. Ma l’uomo della strada si chiede umilmente: se tutte le chiusure (con libertà fondamentali conculcate) sin qui attuate non hanno indebolito il fenomeno e, anzi, in queste ultime fasi, sembra che i contagi stiano aumentando o mantenendosi quasi agli stessi livelli di prima, dove sta il problema?

Una domanda sinora senza risposta, nonostante pletore di esperti scienziati a disposizione dello Stato, di matematici illuminati di livello e di statistici di professione.

Dall’altra parte c’è un mondo in fermento: quelli che hanno perduto il lavoro sono giunti allo stremo delle forze e la povertà assoluta aumenta pericolosamente (le ultime ribellioni lo dimostrano), le imprese a decine a decine di migliaia chiudono a ripetizione forse per non più riaprire perché l’orientamento è quello di aiutare solo le aziende “sane” e in grado di potersi riprendere, (quelle maggiormente in crisi dunque hanno già il destino segnato).

Insomma, una situazione che non induce certo ad essere ottimisti, non solo dal punto di vista di questa maledetta pandemia che sembra invincibile, inarrestabile e mutevole ma, in particolare, da quello del lavoro e dell’economia, compresa quella sommersa, che sarà molto probabilmente una pestilenza peggiore di quella generata dal Covid 19 nel mondo intero. E in questo contesto s’innesta con prepotenza assoluta e prioritaria la SCUOLA che sta già facendo perdere ai ragazzi quasi due anni di istruzione “vera” perché con la Dad non è che si apprenda granché, nonostante qualcuno insista nel voler continuare a praticarla in modo demagogico e contrastato da tutti gli attori in scena.

Oggi, infatti, per molti ragazzi (la stragrande maggioranza vuole la scuola in presenza) è stato un risveglio gioioso perché 6 milioni di studenti (due su tre) rientreranno nelle loro classi: nelle zone rosse fino alla prima media e in quelle arancioni fino alla terza media, il ciclo scolastico restante (secondaria superiore) solo al 50%. Tutto questo se da qui a meno di 24 ore non cambierà all’improvviso ogni cosa per decisione di chissà chi o per pressioni varie di opinionisti improvvisati e di categorie diverse. Infatti, in questa situazione pare che le comuni opinioni di ogni cittadino qualsiasi siano valide allo stesso modo di quelle degli scienziati o dei migliori esperti che si avvicendano l’un l’altro nei perenni dibattiti televisivi o con commenti sui giornali. Ma andiamo avanti: anche per la scuola il Governo nazionale dovrebbe decidere allo stesso modo per tutto il Paese poiché già ci sono Regioni “classificate” in zona rossa che non intendono caparbiamente seguire le decisioni nazionali e sono favorevoli alla chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, infanzia e primaria comprese. Per non parlare dei Presidi, e forse della stessa Associazione Anp, che farebbe loro da suggeritrice e supporto, che  eserciterebbero “pressioni” di convincimento sulle famiglie, “consigliandole” di scegliere per i propri figli la fantomatica Dad, pur sapendo che per molti ragazzi degli asili e delle elementari e in particolare per i tantissimi licei tecnici o di tipo commerciale (con affinità pratiche di rielaborazioni delle teorie) e con le numerosissime specializzazioni, tale tipo d’insegnamento (parliamo sempre di Dad) è assurdo e inattuabile poiché i laboratori si frequentano in presenza nei quali si sperimenta…; perdite di tempo conclamate, infruttuose e demagogiche per gli insegnanti, i ragazzi e in particolare per le famiglie, sia quelle abbienti (che si possono permettere un tutor o gli strumenti adeguati) che quelle meno abbienti che non hanno neppure un tablet o una connessione internet in casa per il cui abbonamento si pagano fior di quattrini.

Insomma, la scuola sta diventando lo specchio del paradosso di una comunità allo sbando E IN GINOCCHIO, il riflesso di una società che non è più in grado di decidere cosa fare e non sa affrontare una situazione in cui è necessario stabilire situazioni di convivenza tra lavoro e pandemia con accorgimenti mirati e non improvvisati, come pare stia avvenendo, che nulla hanno di scientifico. I vaccini sono forse l’unica speranza, ma anche questi appaiono appannati da una propaganda pubblicistica subdola che crea terrorismo anche in questo specifico e sensibile settore seminando paure ingiustificate che poi vengono strumentalizzate da quelli che si definiscono no-vax ideologici in servizio permanente effettivo e che affondano le loro radici in concezioni che stridono con le conoscenze scientifiche e le sue leggi, che spesso sono certezze. Leggevo stamani un interessante articolo con il parere di un eminente ematologo il quale sosteneva che la semplice aspirina ha effetti collaterali peggiori dei vaccini, ma non solo l’aspirina; qualsiasi farmaco ha effetti tali (non solo mortali ma invalidanti al 100%) che a leggere i bugiardini allegati nelle scatole nessuno li assumerebbe: chissà mai perché per tali medicine non c’è nessun “ideologo” come tra i no-vax che creano tanta apprensione e terrore tra la gente. E’ ora di finirla con questi isterismi e qui la stampa, anziché mitigarli, non fa altro che fomentarli dal momento che da quando c’è il problema del covid 19, oltre un anno fa, tutte le televisioni e i giornali non fanno altro che dedicare intere serate alla pandemia, ai vaccini e ad ogni tribolazione. I cittadini sono terrorizzati anche per questa ragione perché le molte opinioni, anche se autorevoli, in quanto diverse tra gli addetti ai lavori stessi  (scienziati e studiosi vari) e tra i medici, sono pur sempre opinioni senza basi scientifiche acclarate. E allora con chi ce vogliamo prendere? A questo punto siamo tutti colpevoli e da questo punto di vista ha vinto senza dubbio il virus (le battaglie già passate), che speriamo però perda presto la guerra dichiarata  dei vaccini in campo: l’ultima speranza rimasta. Ed è a questa soluzione che dobbiamo aggrapparci, anziché scappare come i topi in una nave che affonda lentamente e fa acqua da tutte le parti…

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